lunedì 2 novembre 2009

Chapter 3 - Tamburi


La ragione per cui non si inoltrarono immediatamente nella valle furono i tamburi! Il loro battere incessante giunse alle orecchie dell’elfo come un sussurro di morte. “Orchi!”
Tutti si voltarono verso Elnir preoccupati. “Giungono da est e sono in guerra”, le parole dell’elfo erano calme, ma i suoi occhi mostravano inquietudine.
“Potrebbero essere al villaggio?” Marek era sinceramente preoccupato per la sorte di quella gente che lo aveva accolto nel passato inverno.
“No, il villaggio è più a sud, ma potrebbero essere in marcia, non posso dirlo con certezza”
“Dobbiamo accertarcene, il villaggio è senza soldati e senza un capo, sarebbe una strage!”
“Non possiamo essere le loro balie, stiamo cercando chi ha ucciso il borgomastro, nessuno ci ha incaricato di difendere il villaggio” Valeria parlava con un risentimento seppellito nel recondito della sua anima. Marek si azzittì, fu l’elfo che decise per tutti
“Normalmente sarei d’accordo con te Valeria, non ci pagano per proteggere il villaggio, ma chi pensi che ci pagherà e dove pensi che andremo a dormire se quegli orchi distruggessero ogni cosa?”
Si mossero in fretta, seguendo il battere incessante dei tamburi, ma per fortuna gli orchi non sembravano muoversi, così la preoccupazione e l’ansia cedettero il porto alla curiosità.
“Cosa diavolo ci fanno degli orchi da queste parti? A quanto ne so i nani li avevano scacciati secoli orsono prima ancora che si formasse l’impero!” Etienne camminava rivolgendo queste domande ai suoi amici, ma sapeva bene che nessuno di loro era in grado di rispondergli o tanto meno di formulare qualunque congettura.
Abbatterono le sentinelle con una certa semplicità, Marek, decapitò la prima in un istante, l’altra cadde al suolo trafitta dalle frecce di Elnir. Ripresero ad avanzare nel fango che la neve lasciava sciogliendosi, presto giunsero ai margini di un’ampia radura, al centro una vecchia torre abbandonata era l’ultimo riparo di un gruppo di disperati assediato da più di trenta orchi.
La follia di quelle bestie, i tamburi, i canti, l’alcool, le torture inflitte ai compagni degli sventurati rinchiusi nella torre, ora solo avanzi di carne gettati al suolo, tutto questo fece capire ai nostri che quelle bestie erano una minaccia da non sottovalutare.
Tentarono di aggirare l’accampamento per comprendere come muoversi, ma non ne ebbero il tempo, un gruppo di esploratori con dei cavalca lupi in testa li attaccò di sorpresa!
Valeria Marek e Arrakis fecero corpo immediatamente, Elnir in avanscoperta estrasse l’arco pronto a dare soccorso ai nostri, ed Etienne tentò di soccorrere i primi caduti.
Non fu facile, il leader di quel gruppo di mostri era un avversario temibile, mentre i suoi compagni cadevano morti, dopo aver fatto strage dei nostri lui portava avanti una solitaria battaglia contro Marek. Parava colpo su colpo e con vorace violenza colpiva il norsmanno senza tregua. Marek no si era mai trovato così in pericolo, stava rischiando seriamente la vita, il mostro sputava sangue, urlava e roteava la spada senza sosta, Marek stava soccombendo, sentiva cederli le gambe, indietreggiava suo malgrado, lo sguardo feroce di quella bestia lo aveva atterrito. La lama saettò al ventre del nemico e lo trafisse mortalmente. Fu così che Arrakis, con un colpo inaspettato salvò la vita di Merek, conquistandosi la sua stima e l’appellativo di ammazza orchi!
Malconci i cinque decisero che era meglio tornare al villaggio per curarsi e capire cosa fare, avevano rischiato troppo questa volta!

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