mercoledì 18 novembre 2009

Il martello della fenice

Temprato nel fuoco dei vulcani dai migliori tra i fabbri nani, nasconde gelosametne un antico segreto.
Warhammer +2
Additional Fire Damage: 1d4 ogni 5 liv.
Resistenza al fuoco: 5 ogni 5 liv.
8° Liv. Phantasmal Killer: on hit 1/day

lunedì 2 novembre 2009

Chapter 3 - Tamburi


La ragione per cui non si inoltrarono immediatamente nella valle furono i tamburi! Il loro battere incessante giunse alle orecchie dell’elfo come un sussurro di morte. “Orchi!”
Tutti si voltarono verso Elnir preoccupati. “Giungono da est e sono in guerra”, le parole dell’elfo erano calme, ma i suoi occhi mostravano inquietudine.
“Potrebbero essere al villaggio?” Marek era sinceramente preoccupato per la sorte di quella gente che lo aveva accolto nel passato inverno.
“No, il villaggio è più a sud, ma potrebbero essere in marcia, non posso dirlo con certezza”
“Dobbiamo accertarcene, il villaggio è senza soldati e senza un capo, sarebbe una strage!”
“Non possiamo essere le loro balie, stiamo cercando chi ha ucciso il borgomastro, nessuno ci ha incaricato di difendere il villaggio” Valeria parlava con un risentimento seppellito nel recondito della sua anima. Marek si azzittì, fu l’elfo che decise per tutti
“Normalmente sarei d’accordo con te Valeria, non ci pagano per proteggere il villaggio, ma chi pensi che ci pagherà e dove pensi che andremo a dormire se quegli orchi distruggessero ogni cosa?”
Si mossero in fretta, seguendo il battere incessante dei tamburi, ma per fortuna gli orchi non sembravano muoversi, così la preoccupazione e l’ansia cedettero il porto alla curiosità.
“Cosa diavolo ci fanno degli orchi da queste parti? A quanto ne so i nani li avevano scacciati secoli orsono prima ancora che si formasse l’impero!” Etienne camminava rivolgendo queste domande ai suoi amici, ma sapeva bene che nessuno di loro era in grado di rispondergli o tanto meno di formulare qualunque congettura.
Abbatterono le sentinelle con una certa semplicità, Marek, decapitò la prima in un istante, l’altra cadde al suolo trafitta dalle frecce di Elnir. Ripresero ad avanzare nel fango che la neve lasciava sciogliendosi, presto giunsero ai margini di un’ampia radura, al centro una vecchia torre abbandonata era l’ultimo riparo di un gruppo di disperati assediato da più di trenta orchi.
La follia di quelle bestie, i tamburi, i canti, l’alcool, le torture inflitte ai compagni degli sventurati rinchiusi nella torre, ora solo avanzi di carne gettati al suolo, tutto questo fece capire ai nostri che quelle bestie erano una minaccia da non sottovalutare.
Tentarono di aggirare l’accampamento per comprendere come muoversi, ma non ne ebbero il tempo, un gruppo di esploratori con dei cavalca lupi in testa li attaccò di sorpresa!
Valeria Marek e Arrakis fecero corpo immediatamente, Elnir in avanscoperta estrasse l’arco pronto a dare soccorso ai nostri, ed Etienne tentò di soccorrere i primi caduti.
Non fu facile, il leader di quel gruppo di mostri era un avversario temibile, mentre i suoi compagni cadevano morti, dopo aver fatto strage dei nostri lui portava avanti una solitaria battaglia contro Marek. Parava colpo su colpo e con vorace violenza colpiva il norsmanno senza tregua. Marek no si era mai trovato così in pericolo, stava rischiando seriamente la vita, il mostro sputava sangue, urlava e roteava la spada senza sosta, Marek stava soccombendo, sentiva cederli le gambe, indietreggiava suo malgrado, lo sguardo feroce di quella bestia lo aveva atterrito. La lama saettò al ventre del nemico e lo trafisse mortalmente. Fu così che Arrakis, con un colpo inaspettato salvò la vita di Merek, conquistandosi la sua stima e l’appellativo di ammazza orchi!
Malconci i cinque decisero che era meglio tornare al villaggio per curarsi e capire cosa fare, avevano rischiato troppo questa volta!

lunedì 26 ottobre 2009

Chapter 2 - Prima luna


Giunsero sulle tracce del Borgomastro un attimo dopo un gruppo di boscaioli fattosi coraggiosi in nome dell’oro. Marek li aveva condotti nella foresta secondo la strada che lui conosceva, quegli altri dovevano avere più chiaro il posto di caccia preferito dal signore delle loro terre e giunsero prima nei pressi del suo cadavere e di quello dei suoi uomini.
Il terreno, una striscia di verde che tagliava in due il bosco correndo parallela ad un piccolo rivo, era illuminato d’argento. In quei pochi metri lottavano disperatamente quattro uomini armati di bastoni contro voraci mostri alati alti come un nano. Sul pontile di tronchi che cavalcava il fiume un uomo perse la vita, la mascella del mostro si era serrata sulle tempie del malcapitato con uno scatto ferreo e spietato. Il banchetto attirò qualcuna di quelle bestie. Senza pensarci troppo Marek e Valeria corsero in aiuto di quei malcapitati attirando l’attenzione delle besti su di loro. Fu uno scontro impari per numero, ma non per forze in campo, Marek era un feroce belva in battaglia, non lasciava scampo con la sua scure. Ad ogni graffio subito una creatura si abbatteva al suo senza vita. Il sangue macchiava ogni cosa, il norsmanno blocco col manico dell’ascia la mascella mortale di un mostro e dopo averlo allontanato con un calcio gli mozzo di netto il capo. Valeria era in difficoltà, spinta a terra dal peso dei suoni nemici cercava di evitare il peggio, feriva, a volte uccideva, ma i suoi nemici la soverchiavano in numero. Arraki ed Elnir le vennero in soccorso con i loro archi, ma non era semplice nella notte colpire quei mostri umanoidi dal capo oblungo, avvolti in una spessa pelliccia bianca. Alcune frecce slabbrarono la membrana delle ali, altre colpirono i torsi villosi, qualcuna uccise pure trovando la propria via nelle cavità oculari, ma fu Etienne a salvarli. Richiamò tutti nel riparo offerto dagli alberi, e quelli accorsero, mandando prima i boscaioli, poi i due arcieri e poi Marek e Valeria, schiena contro schiena. E Mentre i mostri cercavano la via annusando gli alberi, squarciando rami e mordendo l’aria, il giovane uomo della foresta cercò lo spirito della natura dentro di sé, chiese permesso al fuoco, alla terra, all’acqua ed in fine all’aria che crepitò tra le sue mani, i palmi paralleli si colorarono del blu d’una scintilla. Come la simpatia alchemica detta ed ordina così avvenne anche sul suolo, che una scarica elettrica rizzo alcuni ciuffi d’erba ed un istante dopo il tuono assordante e la luce accecante scossero il cielo e le anime, una saetta era caduta sulla terra per volere di Etienne, trafiggendo e scorticando i mostri in volo, incutendo loro il terrore che li portò lontano, indietro sulle montagne innevate da cui erano venuti.
Marek aveva ancora negli il piccolo fulmine che saettava tra le mani di Etienne mentre ogni cosa intorno era avvolta dal frastuono del cielo. Elnir conosceva da tempo il piacere che l’uomo dei boschi traeva da questo genere di cose e sorrise maliziosamente divertito per lo stupore ingenuo e provinciale dei suoi compagni di viaggio.
“Ti devo la vita Marek, se non mi avessi tirata in piedi tu alla fine quelli mi avrebbero ammazzata.”
“Non ci pensare, curiamo questa gente e noi stessi e poi capiamo cosa è successo qui”!
I Boscaioli tornarono al villaggio con i corpi dei propri caduti e del borgomastro, mentre i nostri si prepararono per affrontare la notte in quel letto naturale ancora coperto dell’ultima neve d’inverno.
All’alba trovarono delle tracce, era chiaro che un misterioso cavaliere fuggiva da un gruppo di inseguitori, (oppure li guidava?), che quella corsa era stata interrotta dall’arrivo del borgomastro e dei suoi i quali avevano ingaggiato battaglia con gli inseguitori, probabilmente nani, ma affiancati da qualche strana creatura quadrupede dalle falcate portentose. Il borgomastro aveva avuto la peggio, il cavaliere misterioso era fuggito solitario e il gruppo di aggressori, ferito si era ritirato verso nord, dopo aver sommariamente rimosso i propri dardi e altre possibili tracce.
Il tenace inseguimento portò sino alla valle del Leone, un territorio abbandonato da tempo, una valle stretta e angusta, tagliata in due da un fiume ripido e nervoso figlio di una cascata più a monte, in fondo alla valle, una cascata che esplode dalle fauci di una scultura di pietra mastodontica, forgiata dagli orchi che occupavano queste terre secoli addietro, prima che i nani li scacciarono. Una testa demoniaca, che per somiglianza e per paura gli umani addomesticarono chiamandola Leone, ma in effetti quella criniera e quelle fauci rappresentavano una creatura proveniente dal cuore stesso del Caos.

giovedì 22 ottobre 2009

La morte di Valeria


... l'idra cadde, infine, morta, ma la sete di sangue dell'ascia impugnata da Marek lo aveva accecato. Si voltò verso Valeria che era, come sempre, al suo fianco e la colpì, la malvagia lama infranse scudo ed armatura, aprendo una spaventosa ferita nel corpo della ragazza. E Marek, una volta libero dalla furia, vide quello che aveva fatto e, guardando il corpo di Valeria straziato, impietrito dal rimorso, diede il nome alla sua demoniaca ascia: Sanguinaria, colei che tradisce.

domenica 18 ottobre 2009

Casa

Il villaggio di Vimera

sabato 17 ottobre 2009

Chapter 1


Vimera è stato un rifugio per Valeria, il luogo dove ha trovato una casa, per quanto misera, ed un poco di sicurezza all'interno di una piccola comunità. Molto presto ha dato ospitalità a Merek, Etienne, Elnir ed Arrakis, i suoi futuri compagni di viaggio. Ai margini del borgo i cinque si sono guadagnati da vivere come cuochi, camerieri, taglialegna e uomini di fatica. Hanno svernato così, sino a quando una fredda notte di primavera la contessa di Vimera, amante di Arrakis, è venuta a chiedere aiuto alla taverna dove i nostri erano riuniti. Suo marito non era tornato dalla battuta di caccia. Questo è l'nizio, tutto inizia sempre così: dal molto piccolo...

giovedì 1 ottobre 2009

Khazid Nekewukaz

Il cancello per l'impero!

Minotauro

E questo è il minotauro, o almeno l'immagine che mi ha ispirato lo scontro!

Sanguinaria

Forgiata nell'acciao, brunita nella fiamma, quest'arma racciude un demone del Choas assetato di sangue. La sua sostanza è irrequeta, la superfice porosa risucchia insacabilmente ogni goccia di sangue che la macchia, e le forme demoniache che la delineano mutano lentamente sfogando la ferocia del demone che aumenta ad ogni nuova vittima.

Gret Axe +2
Ogni volta che colpisce un avversario e ne assaggia il sangue chi detiene quest'arma deve effettuare un TS Will con DC pari al numero di PF inflitti. Se fallisce il Demone di Khorne prende il sopravvento ed il soggetto entra in Berseker. Per usciere da questo stato di è necessario un ulteriore TS con DC pari all'ultimo danno inflitto, modificabile dalle circostanze.
Berserker: l'ascia diventa +4 inoltre garantisce un +1 a FOR e COS al primo e ogni 4 livelli successivi.
5 Liv. Bane come omonimo incantesimo a difficoltà 15 1/day
9 Liv. Bane come omonimo incantesimo difficoltà 25 1/day
13 Liv. Slay Living come omonimo incantesimo
Chaos Touch: su di un 1 naturale sul tiro del dado il personaggio deve fare un TS Will con DC 25 oppure il giocatore subisce 1d4 punti sanità.


Armi sacre

Per chi non avesse ancora avuto modo di vederla estratta da Etienne, visto che raramente deve ricorrere al combattimento corpo a corpo, questa è l'arma che porta nel fodero che ha sulla schiena.
Un Falchion a 2 mani: sulla lama ci sono incisi arco e frecce, il simbolo della dea Rhya.